Le Donne Nelle Serie Tv - Da Lucy Ad Oggi .

Bentrovati con un nuovo capitolo di "Dipendenze Seriali " 

Nell'articolo dedicato a "Vita Da Strega" sottolineavo quanto nel 1964 fosse ancora radicata nella cultura di massa l'idea che la donna dovesse essere sottomessa al marito , anche Samantha  pur essendo lei  una strega che con i suoi poteri avrebbe potuto  fare e avere qualunque cosa . 

Sempre nel suddetto articolo imputavo tra i motivi  del declino del gradimento della serie presso il pubblico proprio questo aspetto relativo alle dimaniche tra marito e moglie e alla figura della donna che veniva presentata e che dopo il '68 e la rivoluzione culturale appariva piuttosto obsoleta 

Fatta questa premessa ,nell'articolo di oggi , attraverso alcune note protagoniste della serialita' televisiva provo a fotografare l'evoluzione della figura femminile nel corso degli anni  e la sua rappresentazione .


1) I LOVE LUCY ( 1951/1957) / THE LUCY SHOW ( 1962/1968) 

Nonostante fosse precedente a Vita Da Strega  era decisamente  piu' "moderna " Lucy " la protagonista della serie " I Love Lucy " andata in onda tra il '51 e il '57 con protagonista la meravigliosa attrice comica Lucille Ball che ricopri' lo stesso ruolo anche nel " Lucy Show", seguito della precedente e  andato in onda tra il '62 e il '68. 

Nel primo show  Lucy era sposata con un cantante di night club e nonostante il marito la volesse casalinga , lei , ribelle , faceva di tutto pur di non rimanere a casa e partecipare ai suoi spettacoli causando al consorte una serie di guai e mettendosi spesso in situazioni imbarazzanti . 

"Ovviamente " l'esuberanza del personaggio supportato dalla mimica e dalla verve comica dell'attrice , serviva a giustificare i suddetti comportamenti che venivano appunto bollati come bizzarri e ,seppur scherzosamente, criticati  all'interno della stessa sceneggiatura .

Nel seguito Lucy rimasta vedova dovra' occuparsi dei due figli , pertanto dovra' anche  torvare lavoro diventando una delle prime donne lavoratrici della tv . 

Piu' che per la trama , I Love Lucy e' una pietra miliare della tv in quanto costituisce una delle prime sit com registrate con il pubblico in studio ed e' la prima in cui l'indiscussa protagonista , seppur supportata da un ottimo cast di comprimari, e' una donna . 




2) MARY TYLER MOORE SHOW  ( 1970/1977) . 

Come dicevo all'inizio dell'articolo la seconda meta' degli anni '60 fu caratterizzata da una rivoluzione socio-culturale che cambio'  l'impostazione della societa' sotto vari punti di vista , e tra questi appunto il ruolo della donna .  

La Tv ci mise un po' ad adeguarsi .  In quel periodo infatti la tendenza era quella di proporre modelli familiari consolidati con ruoli e confini ben definiti . E anche laddove ci fossero delle situazioni particolari erano sempre collocate in contesti "fuori dal comune " . 

Un esempio e' il personaggio di Morticia Addams  che ha un ruolo assolutamente paritario con il marito Gomez . Ma e' la famiglia Addams , dove tutto e' il contrario della " normalita' " dove la stessa Morticia recide le rose e  conserva la spine ... 


La prima vera "rivoluzione " arriva nel 1970  grazie al " Mary Tyler Moore Show " 

La serie ci presenta Mary Richard , una donna mai vista prima in tv . 

Mary intanto è single , non ha un uomo e non e' ossessionata dalla necessita' di averlo , pur desiderando giustamente di trovare l'amore . Nel corso della serie avra' varie relazioni senza pero' trovare l'uomo giusto . 

Di questo come dicevo  non se ne fa un cruccio , appagata dal suo lavoro in una stazione televisiva dove ricopre il ruolo di produttrice associata . 

Anche questo aspetto rappresenta una sostanziale novita' nel panorama televisivo dell'epoca visto che le donne , se non casalinghe , al massimo ricoprivano ruoli lavorativi di secondo piano.

Lo show seppur in tono comedy affronta temi come la parita' di  retribuzione per le donne , il sesso prematrimoniale , il divorzio.  

Altro personaggio che incarna un' ulteriore sfumatura delle "nuove donne" e Rhoda , amica di Mary e protagonista poi dell'omonimo spinoff di successo .

Il Mary Tyler Moore Show e' considerato dalla critica una delle migliori serie di tutti i tempi.  

Tantissime serie successive l'hanno citata come punto di riferimento imprescindibile cosi' come alcune delle donne piu' influenti come Oprah Winfrey e Michelle Obama hanno indicato Mary come un modello a cui da piccole si sono ispirate per coltivare la loro ambizione e la loro indipendenza . 




3) MAUDE (1974/1978) 

Poco conosciuta qui in Italia dove e' andata in onda solo in syndication su un circuito che si chiamava "SuperSix" e che si appoggiava a varie reti regionali e' Maude" . 

La protagonista e' una donna di mezza eta' al quarto matrimonio , convinta democratica , femminista , sostiene i diritti civili e l'uguaglianza razziale e di genere .  

E' la prima protagonista femminile in tv ad esporsi politicamente in maniera netta. 




4) ALICE ( 1976/1985) 

Ispirato dal film "Alice Non Abita Piu' Qui" di Scorsese  nel 1976 arriva sugli schermi televisivi americani "ALICE "  , serie che narra le vicende appunto di Alice Ayett la quale rimasta vedova e con un figlio da crescere decide di mettere un punto alla sua vita precedente e provare a rincorrere quello che era il suo sogno , ossia fare la cantante . 

Durante il viaggio verso Los Angeles una serie di problemi la dirotteranno verso Phoenix dove nell'urgenza di trovare un lavoro accetta di fare la cameriera nel ristorante di Mel.

Li al locale si svolgeranno la maggior parte degli episodi che vedranno coinvolte anche le sue colleghe Flo e Vera . Il tutto in chiave assolutamente comica . 

Dal punto di vista del ruolo femminile , Alice sotto alcuni aspetti rispetto a una Maude o a Mary Tyler Moore sembrerebbe rappresentare un passo indietro visto che le mancano la determinazione della prima e la liberta' della seconda . 

Alice pero'  e' comunque indipendente e si occupa oltretutto da sola dell'educazione di suo figlio e di affrontare le difficolta' economiche in cui il marito morendo l'aveva lasciata .

Nel corso della serie ha piu' di un'occasione per "sistemarsi" con qualche uomo anche facoltoso che le fa la corte , ma lei non rinuncia alla sua indipendenza ma soprattutto al suo sogno di essere ingaggiata come cantante , sogno che realizzera' alla fine della serie .


Credo che l'ideatore della serie  "2 Broke girls" che stanno ritrasmettendo in questi giorni su Italia 2  e che ci presenta Max e Caroline , cameriere squattrinate di un diner di quart'ordine ,abbia tratto ispirazione  da Alice, sia per l' ambientazione,sia per le caratteristiche di alcuni personaggi. 



Prima di introdurre i prossimi  personaggi  giusto un'occhiata al panorama televisivo tra la fine dei '70 e la fine degli '80. 

Ho citato fino ad ora alcune serie che hanno contribuito all'emancipazione del ruolo femminile, il che pero' non vuol dire che non fossero ancora presenti alcuni stereotipi di genere nella societa' come in tv . 

Noti sono i dissapori intercorsi sul set della serie "Charlie's Angels " dove le attrici protagoniste , abbracciando le proteste delle femministe , hanno dovuto faticare non poco per fare in modo di non dover essere costrette ad indossare sempre abiti succinti per rendere i loro personaggi ammiccanti .  Questo infatti fu il motivo per cui poi nel corso delle serie si avvicendarono piu' interpreti .

Anche in "Hazzard " altra nota serie dell'epoca il personaggio di Daisy Duke si puo' dire che si ricorda esclusivamente per i suoi hot pants . 



5 ) ROSEANNE ( 1988/1997) 

Nei precedenti  articoli dedicati alle famiglie televisive , seppur non in maniera approfondita , abbiamo visto anche  come e' cambiato il ruolo delle madri , dagli '80 in poi quasi tutte lavoratrici a tempo pieno e quindi nella difficolta ' di conciliare lavoro e famiglia ma rimanendo mamme rassicuranti e amorevoli .

A rompere gli schemi arriva nel 1988 "Roseanne" protagonista dell'omonima serie da noi intitolata " Pappa E Ciccia " . 

Roseanne e' la matriarca di una famiglia della classe operaia alle prese con costanti problemi economici e con 3 figli , due femmine e un maschio con i quali non e' certo la mammina che siamo stati abituati a vedere altrove , anzi e' schietta e a volte un po' crudele , seppur con ironia. 

Nonostante non rappresenti esattamente un esempio positivo , televisivamente parlando trovo molto interessante e innovativo l'aspetto di cui sopra soprattutto perche' e' molto piu' vicino alla realta' rispetto alle situazioni e alle figure  edulcorate presentateci in altri prodotti.  Diciamo che puo' essere indicato come il capostipite delle serie in cui vengono presentate le famiglie disfunzionali come "Shameless" di cui vi parlavo in un precedente articolo . 

E anche sotto il punto di vista dell'emancipazione femminile trovo che la rappresentazione anche di un tipo di donna come Roseanne sia importante non perche' debba essere emulato , ma perche' esula da quei modelli preconfezionati di donna e di madre  in cui spesso la tv ha imprigionato la figura femminile. 


6) MURPHY BROWN ( 1988/1998) 


Sempre nel 1988 irrompe sugli schermi Muprhy Brown interpretata da Candice Bergen per 10 stagioni piu' un'undicessima a 20 anni di distanza dalla conclusione della precedente. 

Murphy si puo' considerare un upgrade di Mary Tyler Moore .  E' single come lei e lavora in una stazione televisiva occupandosi del notiziario e di approfondimento. 

Non ha pero' i modi gentili di Mary , ed e' decisamente piu' incasinata di lei visto che ci viene presentata come una ex alcolista nevrotica e irascibile ma anche coraggiosa e combattiva . 

Come Maude e' una convinta femminista ed e' una democratica progressista . 

La serie e il personaggio sono stati spesso al centro di polemiche e hanno ricevuto feroci critiche da parte di alcuni politici , in particolare in relazione ad alcuni episodi che trattavano argomenti divisivi ( aggettivo che va molto di moda anche qui da noi ) o in risposta a chiare prese di posizione che Murphy esprimeva . 

Uno dei momenti che suscito' piu' scalpore fu quando la protagonista decise di portare avanti una gravidanza da sola vista la decisione del padre naturale di non riconoscere il bambino diventando cosi' la prima madre single della televisione, suscitando sdegno e critiche dei conservatori e persino dall'allora vicepresidente degli Stati Uniti Dan Quayle.


7) ALLY MC BEAL ( 1997/2002) 


Molto vicina alle atmosfere di Mary Tyler Moore e' la serie Ally Mc Beal che ci presenta la protogonista , giovane avvocato di successo , alle prese con la sua carriera presso lo studio legale in cui lavora e dove si sviluppano anche la maggior parte delle sue relazioni , anche sentimentali .

Ally , secondo la critica televisiva dell'epoca , rappresentava la nuova generazione di donne in bilico tra vita privata e carriera ma soprattutto tra un'educazione ricevuta che era ancorata a retaggi culturali del passato e le conquiste evolutive del presente che proprio in quegli anni stava mutando profondamente .

Una situazione questa che spesso in Ally provocava dei "cortocircuiti" di cui lo spettatore era visimamente messo al corrente  visto che tutto cio' che passava nella testa della protagonista era espresso con un uomorismo non sense che esaltava le contraddizioni in tono comedy .




8) CARRIE BRADSHOW E LE ALTRE  ( SEX AND THE CITY) (1998/2004) 



E' il 1998 quando sugli schermi televisivi , prodotta dalla HBO arriva una serie cult : Sex And The City . 

Per quanto il termine "rivoluzione" possa effettivamente risultare esagerato , nell'ambito nella serialita' televisiva "al femminile" questo telefilm lo e' stato sotto molti punti di vista  . 

Intanto ,anche facendo riferimento alle serie fino ad ora citate , appare lampante che anche in tv e' sempre stato presente il pregiudizio per cui la donna o e' bella o e' intelligente e nel caso in cui fosse entrambe le cose doveva avere per forza qualcosa di  "soprannaturale" che sia l'essere una strega o la donna bionica o una supereroina come Wonder Woman.

Mary , Maude , Murphy Brown e ancor di piu' Roseanne appaiono quasi "defemminilizzate" nel loro essere cosi' autonome e indipendenti come se la parita' di genere per le donne dovesse significare mascolinizzarsi .  

Vittime dello stesso meccanismo sono anche le "belle"  i cui personaggi affidati alla loro interpretazione generalmente mancano di carattere e spessore , svolgendo una funzione prettamente "ornamentale " , come Pamela Anderson in Baywatch degli anni '90 o la stupidina Chrissy di Tre Cuori in Affitto e la gia' citata Daisy Duke. 

In Sex And The City per la prima volta questo non accade . 

Le protagoniste sono single , autonome e indipendenti ed hanno lavori di prestigio : Carrie cura una rubrica su un noto quotidiano , Samantha e' un'organizzatrice di eventi , Miranda e' un avvocato e Charlotte gestisce una galleria d'arte . 

Tutte e quattro sono donne affascinanti che non hanno rinunciato alla loro femminilità , ai loro vezzi , alla moda e  a tutto quello che fa parte del loro universo , ma ne hanno fatto un punto di forza per emergere ed emanciparsi . 

Altro punto di forza della serie che l'ha resa un cult e una pietra miliare per quella che poi sarebbe stata la serialita' del nuovo millennio  è la libertà  con cui viene trattata la sessualità dal punto di vista della donna. 

Non e' un mistero che per secoli , complici le religioni , per gli uomini e per le donne nel sesso si sono sempre usati due pesi e due misure , ma gia' da piccoli . 

Non so se adesso qualcosa e' cambiato , ma negli anni della mia adolescenza ( '92 /'96 )   , per noi maschietti perdere la verginita' era un motivo di vanto , una medaglia da appuntarsi sul petto di cui i nostri papa' erano orgogliosi e le nostre mamme affrante , ma socialmente accettato e religiosamente perdonato in quanto l'uomo e' cacciatore . 

Per le donne , il cui mantra , secondo alcuni dovrebbe essere "non lo fo per piacer mio , ma per dare un figlio a Dio"  la situazione era diversa . 

La perdita della verginita' le qualificava ( sempre agli occhi dei benpensanti moralisti  ) come troie , scusate il francesismo , ma anche solo una loro manifestazione di legittimo desiderio , come quelle che esprimevamo tranquillamente noi , bastava a classificarle come tali . 

Anche in tv , se ripensate alle serie pre Sex And The City,  non ci sono esempi in cui trovate una donna che come Samantha dichiara apertamente di amare il sesso e i grandi peni come i giochi sadomaso o i triangoli , o il sesso orale . Ma soprattutto e' importante sottolineare che non viene giudicata per questo ! 

Ritornando a quanto dicevo poco fa trovo sia  interessante e intelligente che l'eterno conflitto uomo / donna si esplichi principalmente nella gestione dei sentimenti che gli uni e le altre affrontano in base alle loro peculiarita' , a volte cadendo un po' nei cliche' , ma che di fondo non ci siano disparita' , ma solo differenze. 


9) GIRLS ( 2012/2017) 



Nel 2012 arriva sempre sugli schermi della HBO  la serie "Girls "  scritta , prodotta e interpretata dall'attrice Lena Dunham. 

La serie si puo' considerare a tutti gli effetti un upgrade di Sex And City , che non a caso viene citato dalla protagonista nella prima puntata della serie come punto di riferimento imprescindibile , con tanto di poster appeso alla parete . 

Intanto sullo sfondo c'e' sempre New York . Le protagoniste sono quattro amiche che finito il collage devono costruirsi il loro futuro . 

Anna , il personaggio principale e' un'aspirante scrittrice  ( come Carrie) , Marnie, la sua migliore amica ,con la quale convive nelle prime stagioni ,   lavora in una galleria d'arte . Con loro Shoshanna e Jesse . 

A completare il cast fisso c'e' Adam  il ragazzo di cui Anna si innamora e con cui ha una tormentata relazione dalla prima all'ultima stagione ( come Carrie e Big) . 

La differenza sostanziale con Sex And City sta nel fatto che Girls e' spogliato da tutto il "glamour " che invece era presente nell'altra serie . 

Non ci sono i fantastici locali in cui Carrie e le amiche andavano a bere i loro "cosmopolitan" , non ci sono le Manolo Blanik e gli abiti firmati . 

Inoltre c'e' una maggior concentrazione sul "lato oscuro" di ognuna di loro toccando anche argomenti non facili come la bipolarita' , le dipendenze , le tendenze autodistruttive , senza edulcorare il contenuto e riuscendo a non essere pesante grazie alla scrittura immediata , dinamica e autorinica . 

Consigliatissimo . 


Va sottolineato inoltre anche un altro aspetto , ossia che l'autrice della serie sia una donna . Questo permette una descrizione piu' veritiera dell'universo femminile . 

Mi spiego meglio : fino piu' o meno alla prima meta' degli anni 2000s il ruolo dell'autore /produttore era appannaggio degli uomini .  

Ovviamente un uomo , anche nel descrivere un personaggio femminile , da' quella che e' la sua idea di donna . Puo' essere sensibilissimo , ma rimane il punto di vista di un uomo . 


Lena Duhnam , ma anche Pheobe Waller Bridge , autrice e attrice protagonista della serie "Fleabag" ,   riescono a tratteggiare personaggi ricchi di sfumature , dettagli , stati d'animo che arrivano come piu' veri . 



Anche per loro pero' vale il discorso che ho fatto prima all'inverso .  Trovo infatti che il limite di questi lavori sia la visione un po' stereotipata e " di parte "  che danno dell'uomo e dei suoi difetti 


Se vi capita , recuperate anche "Smilf"  , dramedy scritto diretto e interpretato da Frankie Shaw  che ci racconta le vicende di una trentenne mamma single c on problemi di dipendenze , una vita sentimentale piuttosto complicata e una famiglia di origine altrettanto problematica  




10) L WORD  



Nel 2004 ha inizio la serie L World che ci presenta un'altra sfumatura dell'universo femminile ,  dove L sta per Lesbian  

L'omosessualita' al femminile e' stata presente anche in altre serie , addirittura negli anni '70 , ma descritta e vissuta come il dramma , il problema che affliggeva qualche conoscente di uno dei protagonisti ,  mai un personaggio fisso della serie . 

Qui tutto ruota intorno al gruppo di amiche protagoniste della serie , il loro modo di vivere gli amori , il lavoro , le relazioni , le amicizie . E alla fine ti rendi conto che seppur con qualche sfumatura diversa , in fondo le dinamiche sociali sono le stesse in tutti gli ambiti . 

Chiusasi nel 2009 , la serie ha avuto un reboot nel 2019 con le stesse protagoniste .  


A onor del vero va detto che a sdoganare l'omosessualita' femminile in tv ci fu la sit com "Ellen " ( 1994/1998)  in cui la protagonista Ellen De Generis , intrecciando vita reale e show , fa il suo coming out in concomitanza con quello del suo personaggio. 

Fu sicuramente una pioniera che ha aperto una strada fino ad allora non percorsa .



Successivamente, dopo L Word , anche altre serie hanno avuto protagoniste omosessuali con anche momenti di sesso abbastanza espliciti , tra queste cito assolutamente Orange Is The New Black   ambientato in un carcere femminile  



11 DESPERATE HOUSEWIVES (2004 /2012 )


E nel corso di questo processo evolutivo arrivano nel 2004 le Casalinghe Disperate , serie che ci racconta la vita di alcune casalinghe che vivono a Witseria Lane nella periferia americana . 


Al di là della trama che mescola comedy drama e mistery voglio soffermarmi sul fatto che Lynette , Bree, Gabrielle e Susan sono,  ognuna per i propri motivi,  un passo indietro rispetto alla rappresentazione televisiva della donna a cui abbiamo assistito in quegli anni. 


Sembrano piuttosto molto più vicine a Alexis di Dynasty , vuoi per l'esasperazione di alcuni caratteri ,vuoi per l'impostazione di alcune storyline.  


Il tutto però è voluto,  è chiaro che si gioca col grottesco anche con l'intento di far satira sul provincialismo , le ipocrisie e i condizionamenti sociali che le hanno quello che sono






Alla prossima . 

GP.A

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